Una notizia bella ed importante l’ho letta oggi sul sito de la Repubblica:
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Il più antico rotolo esistente del Pentateuco ebraico è stato scoperto alla Biblioteca universitaria di Bologna. Il documento era conservato negli archivi, ritenuto di scarso valore perché si credeva fosse risalente al secolo XVII. Quasi per caso, nello scorso febbraio, è finito nelle mani del professor Mauro Perani, docente di Ebraico del dipartimento di Beni culturali dell’Alma Mater, incaricato di redigere il nuovo catalogo dei manoscritti ebraici della biblioteca. Di qui la scoperta: il rotolo della Torah è stato in realtà vergato in un periodo compreso tra il 1155 e il 1225 e risulta essere, dunque, il più antico rotolo ebraico completo dei primi cinque libri della Bibbia, dalla Genesi al Deuteronomio.
La data – pur se approssimata – è certa, verificata filologicamente, perché il testo ha una grafia orientale precedente alle regole stabilite dal filosofo talmudista Maimonide (1138-1204), e col Carbonio-14. Esistono naturalmente rotoli ben più antichi, ma questa è l’unica Bibbia completa così antica, tutto il Pentateuco (“cinque libri” in greco, dai cristiani detto anche Antico Testamento) o Torah (ebraico: תורה). E’ un documento di 36 metri di morbida pelle ovina, ha 800-850 anni e pare in ottimo stato.
Si sa che la scrittura manuale sui rotoli è stata soppiantata dalla stampa a caratteri mobili o tipografia, introdotta nel 1455 da Johann Gutenberg con la tiratura di 180 copie della Bibbia (il best seller di sempre). Questa è stata la rivoluzione tecnica che ha anticipato la modernità, dalle scoperte geografiche alla rinascita culturale europea, il Rinascimento. Ma oggi siamo nel post-moderno e gli archivi scritti sembra possano fare a meno sia dei rotoli che dei libri, oggi si usa la memoria flash, tant’è che:
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Ora il documento sarà digitalizzato e conservato nella stanza blindata, in attesa di essere messo in mostra.
Speremo ben.