Centotrent’anni fa, il 14 marzo 1883, a Londra moriva Karl Marx. Aveva 64 anni poiché era nato a Treviri il 5 maggio 1818.
Su di lui non sarò certo io a scrivere qualcosa di nuovo, così lo voglio ricordare con poche parole scritte all’inizio e alla fine della sua opera.
“La svalorizzazione del mondo umano cresce in rapporto diretto con la valorizzazione del mondo delle cose. Gli uomini non sono nulla, il prodotto è tutto.” (Manoscritti economico-filosofici del 1844)
“Di fatto, il regno della libertà comincia soltanto là dove cessa il lavoro determinato dalla necessità e dalla finalità esterna; si trova quindi per sua natura oltre la sfera della produzione materiale vera e propria. (…) Al di là di esso comincia lo sviluppo delle capacità umane, che è fine a se stesso, il vero regno della libertà, che tuttavia può fiorire soltanto sulle basi di quel regno della necessità. Condizione fondamentale di tutto ciò è la riduzione della giornata lavorativa.” (Il Capitale. Critica dell’economia politica, Libro III, cap. 48)