È la prima volta che abbiamo notizia che il Veneto Orientale sia interessato da un simile carico. E’ una situazione preoccupante: per la sicurezza la scelta del trasporto via terra è la meno opportuna». Nel Portogruarese è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia che a novembre un trasporto di scorie radioattive attraverserà il territorio. A renderlo noto è stata l’assessore all’ambiente del Friuli, Sandra Savino, che ha già espresso il parere negativo della sua regione al transito del convoglio, che dovrebbe trasportare combustile nucleare esaurito.
Anche l’assessore regionale all’Ambiete del Veneto, Maurizio Conte ha detto ieri un “secco no” al passagio delle scorie sul territorio. Il materiale partirà dal deposito di Saluggia, nel vercellese, e sarà diretto al porto di Trieste, per essere imbarcato su una nave proveniente da Capodistria che già trasporterà un ingente quantitativo di materiale analogo proveniente dall’Austria e diretto negli Stati Uniti. Il trasporto avverrà lungo l’A4, benché di solito questi carichi viaggino con più sicurezza via ferro. Gli ambientalisti sono già in allarme.
«Molti dei Comuni che saranno attraversati si sono dichiarati denuclearizzati e quindi credo che avranno parecchio da ridire», commenta Maurizio Billotto di Legambiente Veneto Orientale, «L’aspetto della sicurezza deve essere prioritario e, in tal senso, a prescindere che il trasporto sia su ferro o su gomma, credo sia la scelta meno opportuna far attraversare al convoglio tutto il nord Italia. Resta da capire perché da Vercelli si debba imbarcare a Trieste e non a Genova, scegliendo tragitti più brevi oppure altre modalità di trasporto per il ritorno in Patria di questo materiale».
Anche gli amministratori locali hanno appreso la notizia solo da La Nuova. «E’ difficile commentare una notizia di questo tipo, perché non ne sapevamo nulla», conferma Ivo Simonella, assessore all’ambiente di Portogruaro, «Credo sarebbe utile almeno che i Comuni attraversati siano informati per tempo. È chiaro che anche noi siamo preoccupati». Per Simonella sono situazioni simili che avvalorano la scelta italiana di dire no al nucleare. «Queste sono ancora le conseguenze negative di scelte fatte molti anni fa. Quanto al trasporto, è il primo caso di questo tipo che ci capita nel Veneto Orientale. Per i costi ambientale è sicuramente meglio caricarle su una nave nel porto più vicino».
Fonte: la Nuova Venezia 31082012