Movimento della decrescita felice

Che cosa è più importante? Far circolare le idee sulla decrescita felice, quindi fare una filosofia della decrescita che può muovere l’opinione pubblica verso un interesse per i temi della riduzione dei consumi, o operare su concreti fatti che esperiscono questi princìpi? Mi riferisco ai gas, agli esperimenti sulle auto produzioni e sui movimenti di auto aiuto o come si voglia chiamarli.

La questione è mal posta: come negare che sia stato merito del movimento che teorizza la questione della decrescita il fatto che quasi tutti ora sappiano di cosa si tratta? Che non si guardi più in modo strano chi, parlando di carne si riferisce all’energia necessaria alla sua produzione invece che al solo gusto o alla ricetta? Che, parlando di salute, ci si concentri sulle scelte alimentari diverse, sostenute ormai da tutti gli scienziati che parlano di ritorno alle buone abitudini di un tempo, quando i prodotti dell’agricoltura erano la base dell’alimentazione e la carne era un’eccezione della festa e non come ora desiderata e desiderabile per velocità di preparazione e per quella vetusta aria da cibo nobile (proprio nel senso di riservato ai ricchi, come lo era un tempo)?

Sono le idee che creano i progetti, non è il contrario. Cerchiamo di lavorare tutti perché le idee, e quindi i progetti, possano moltiplicarsi.

C’è bisogno di un’inversione di tendenza. Bisogna lavorare e impegnarsi in questo senso. Tutti possiamo contribuire: ognuno porterà ciò che può per la costruzione di un futuro alternativo.

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