L’eleganza della misura

Mezzo milione di sterline (circa 600mila euro) è la buonuscita  pagata da Amnesty International al segretario generale Irene Khan prima delle sue dimissioni nel dicembre 2009, dopo 8 anni di lavoro. Lo apprendo leggendo Il Fatto Quotidiano del 20 febbraio 2011. Cosa direbbe Adriana Zarri , secondo la quale lei, come scrittrice, doveva guadagnare meno di un operaio alla catena di montaggio o di un muratore perchè si sentiva remunerata anche dalla grande motivazione per il suo lavoro di prestigio e dai riconoscimenti che da questo le venivano quotidianamente? Mi rendo conto che questa posizione non è in sintonia con le moderne tesi di mercato ed è per questo che leggevo (e leggo ancora) la Zarri con piacere.  

Amnesty International è un’organizzazione no profit (?) sostenuta con il contributo di molti, tra i quali il mio da molti anni. Ho pagato, perciò, in piccolissima parte questa super liquidazione, ma il mio senso di giustizia mi impedirà di farlo ancora in futuro.

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Una risposta a L’eleganza della misura

  1. Adriano Zanon scrive:

    Se l’attività in Amnesty International è ritenuta dalla stessa organizzazione un’attività manageriale come in un’impresa che opera sul mercato significa che siamo messi male. Come si sa, sul mercato tutto si vende e tutto si compra. Resta fuori ancora qualcosa?

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