Corrotti

L’Italia è uno dei paesi più cor­rotti d’Europa. Pur­troppo non è una sor­presa, ma que­sta volta a cer­ti­fi­care ciò che ogni cit­ta­dino ita­liano sa benis­simo è la Com­mis­sione Ue. Il primo rap­porto con­ti­nen­tale sul tema pre­sen­tato ieri a Bru­xel­les è impie­toso. La cor­ru­zione ita­liana vale 60 miliardi e rap­pre­senta il 4% del Pil. In tutti i 28 paesi dell’Unione costa 120 miliardi.

La Com­mis­sione non si è limi­tata a scat­tare una foto­gra­fia dell’esistente ma ha indi­cato chia­ra­mente le cause e le pos­si­bili solu­zioni per argi­nare una piega non più soste­ni­bile in tempi di crisi. L’azione penale nel nostro paese, dicono a Bru­xel­les, “è stata più volte osta­co­lata da leggi ad per­so­nam appro­vate per favo­rire i poli­tici impu­tati in pro­ce­di­menti giu­di­ziari, anche per reati di cor­ru­zione”. Altro pro­blema serio sono le norme sulla pre­scri­zione che abbi­nate ai tempi lun­ghis­simi della giu­sti­zia “deter­mi­nano l’estinzione di un gran numero di pro­ce­di­menti”.

E la Com­mis­sione non rispar­mia cri­ti­che nep­pure alla legge anti­cor­ru­zione varata nel 2012 per­ché “non modi­fica la legge sul falso in bilan­cio e l’autoriciclaggio e non intro­duce reati per il voto di scam­bio”.

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