Ulrich Beck, sociologo tedesco, autore della teoria sulla “società mondiale del rischio”, scrive in un articolo su la Repubblica di oggi, all’interno del dibattito sulla crisi del capitalismo, una serie di considerazioni che di seguito – semplificando – riporto.
1- Il capitalismo si sviluppa fra incognite incalcolabili per cui è opportuno definirlo come capitalismo mondiale del rischio; lo dimostra il fatto che esso opera al di là di ogni possibile copertura assicurativa così come le centrali nucleari con profitti privati e costi scaricati sui contribuenti;
2- In un mondo globalmente interconnesso i suoi effetti non solo economici ma anche sociali e politici non sono ormai più arginabili;
3- In linea di principio le conseguenze sono incalcolabili;
4- Queste conseguenze dunque non sono indennizzabili;
5- A dominare è oggi la non conoscenza che si definisce in “ancora non si sa”, “insipienza consapevole”, “impossibilità di sapere”, “so di non sapere”; siamo costretti a muoverci un mondo ove non abbiamo idea di tutto ciò che ignoriamo.
Buona settimana.
Ermes 20120206