Riporto l’articolo pubblicato da il manifesto del 26 novembre. Le evidenziazioni sono mie.
«Sui migranti accuso l’Europa di crimini contro l’umanità»
di
Riporto l’articolo pubblicato da il manifesto del 26 novembre. Le evidenziazioni sono mie.
«Sui migranti accuso l’Europa di crimini contro l’umanità»
di
Riporto l’articolo comparso sul sito di DIEM25 in diretta con l’ultima acqua granda a Venezia.
Nei giorni successivi alle elezioni europee del 26 maggio in rete è comparso un testo interessante di Elsa Morante, la scrittrice italiana protagonista del nostro secondo Novecento, che risulta particolarmente adatto a commentare certi comportamenti politici e privati mettendo in chiaro parallelo, se non addirittura in stato di tacita corrispondenza e similitudine, due personaggi che distano quasi un secolo l’uno dall’altro, Benito Mussolini e Matteo Salvini.
In realtà il testo utilizzato era solo la seconda parte dello scritto della Morante, mentre la prima è secondo me assai più sicura ed efficace a descrivere la tragedia che stiamo vivendo noi italiani, anzi la farsa, visto che la stessa si sta ripetendo ma che secondo Karl Marx:
Quindi riporto tutto il brano della scrittrice italiana, mentre quella già utilizzata in rete partiva perlopiù da “Debole in fondo”. Inoltre il testo viene un po’ riorganizzato nei blocchi per la migliore lettura su internet.
Infine, il testo è tratto dalle Opere. Volume primo (Meridiani Mondadori, Milano 1988, pp. L-LII) ed è estratto da un quadernetto dal titolo “Diario”. (Grassetti ed evidenziazione sono miei.)
Anche stavolta votare alle elezioni europee è un esercizio difficile, quasi impossibile per tanti cittadini italiani, ma non solo. Pensiamo solo che votano anche i cittadini del Regno Unito, nonostante due anni di gestione per uscire dall’Europa, la famigerata Brexit.
In molti paesi il voto è un vero referendum dove si tratta di confermare o smentire il recente approdo a politiche di chiusura, oggi chiamate sovranismo anziché nazionalismo. In altri si cerca di limitarne l’espansione. Questo appare lo scontro principale, praticamente è in gioco la stessa esistenza dell’Unione Europea.
Certo non mancano le ragioni per cambiare la politica europea ma anche stavolta si parla poco o niente di programmi, di veri obiettivi e piani d’azione per raggiungerli. E tutto ciò nonostante i problemi enormi che tutta l’umanità deve affrontare e risolvere e la necessità di farlo su scala globale, semplicemente planetaria, quali i cambiamenti climatici, le migrazioni, le crescenti disuguaglianze e i conflitti bellici in continua espansione. Problemi tutti indissolubilmente legati, non separabili.
Personalmente non ho trovato nessun programma più chiaro e coraggioso di quello espresso da DiEM25 e che potete trovare sintetizzato nell’articolo di Yanis Varoufakis qui pubblicato due mesi fa. Radicalità, concretezza, determinazione, questi gli elementi del «New Deal per l’Europa», un progetto globale per:
1. riorganizzare intelligentemente le istituzioni esistenti nell’interesse della maggioranza,
2. pianificare un futuro postcapitalista, radicale e verde,
3. essere pronti a raccogliere i pezzi se l’Unione europea dovesse collassare.
DiEM25 è l’unico partito transnazionale, con un programma unico in tutti i paesi e si presenta in quasi tutti paesi europei, ma non in Italia, dove – dopo una serie infinita di negoziati per arrivare ad un’unica lista italiana della sinistra radicale – gli stessi iscritti hanno deciso di non partecipare come sigla alla competizione elettorale.
Però alcuni iscritti DiEM25 partecipano come candidati alle due liste che condividono il Green New Deal, cioè nelle liste dei verdi (Europa Verde) e della sinistra radicale (La Sinistra).
Io voterò La Sinistra e darò la preferenza a:
Silvia Prodi (capolista): attuale consigliera regionale Emilia-Romagna;
Andrea Bellavite: attuale sindaco di Aiello del Friuli.
(Per entrambi si può leggere il curriculum vitae cliccando qui.)
Buone elezioni europee! Ne riparliamo subito dopo.
Oggi, 15 marzo 2019 è “Friday for Future“. Dall’agosto dello scorso anno ci sono stati altri venerdì di sciopero, ma inizialmente di una sola persona. Si tratta di Greta Thunberg, una ragazza svedese di sedici anni che può lasciare un segno indelebile sulle battaglie di questo nostro tempo.
Qui sopra Greta è fuori della scuola con un semplice cartello: “Skolstrejk för klimatet”, sciopero scolastico per il clima.
Sembra una cosa nata dal niente e per alcuni senza futuro, ma vedremo, aspettiamo qualche mese e poi ne riparliamo.
Riporto qui sotto l’articolo di Yanis Varoufakis pubblicato sull’ultimo numero del mensile francese Le Monde Diplomatique e riprodotto nella versione italiana dell’inserto mensile del Manifesto. E’ la più autorevole e leggibile sintesi sul progetto di Diem25 di cui Varoufakis è uno dei principlai ispiratori. (Con miei grassetti e lievi formattazioni.)
Finalmente Guido Viale sul Tav, sul Manifesto di oggi (dove sennò?).
La discussione sul Tav, chiamiamola pure così, è chiaro che non ha per oggetto un treno, quel treno, ma qualcos’altro che aggrega forze economiche e politiche apparentemente maggioritarie, ma non per questo perfettamente illuminate o incontrovertibili. Non è un caso se sono quelle forze che ci hanno governato, più o meno alternativamente, in questi trent’anni.
Siamo di fronte ad una lunga costruzione che in molti anni è diventata e viene proprio presentatata come un feticcio. E i feticci vanno smascherati, decostruiti, abbattuti. Ora io non credo sia possibile in quest’Italia vincere la battaglia contro questo feticcio, ma è una battaglia da non lasciar fare solo alla grande maggioranza o – peggio ancora – all’interno dell’attuale maggioranza di governo. Bisogna opporsi a questo Tav e fare di questa battaglia l’oggetto per un altro progetto di vita, di civiltà, nazionale e oltre.
(Grassetto ed evidenziazioni sono miei.)
Mancano 77 giorni alle elezioni europee del 26 maggio e a sinistra se ne parla da mesi ma con esiti per nulla certi. Riporto qui l’intervista di Lorenzo Marsili di DiEM25 al Manifesto di oggi. (Le evidenziazioni sono mie, ma l’intervista va letta attentamente tutta.)
Salvini – come tanti tanti altri – non eviterà Norimberga grazie al voto del Senato italiano. Norimberga non è il sinonimo di un processo puntuale, ma la fine ancora lontana di una brutta storia. Quanto brutta? Con questa nota di Roberto Saviano siamo solo all’inizio. Prepariamoci a leggere di tutto.
Per documentazione metto il link alla lettera del Ministro degli interni pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Adesso non vuole più andare in giudizio e spera che qualcuno lo salvi. Vedremo.