Quella della legge elettorale “Porcellum” azzerata dalla Corte Costituzionale è una questione talmente paradossale che farà senz’altro scuola, oltre che storia.
Per sintetizzare: (1) la Corte ha anticipato (aspettiamo le motivazioni) il giudizio d’incostituzionalità sul premio di maggioranza senza soglia alla Camera e sull’assenza di preferenze sui candidati – quindi non si potrà più votare con questa legge; (2) sugli attuali eletti pende un forte dubbio di illegittimità; (3) poiché si è votato ben tre volte con una legge incostituzionale, molte cariche prodotte da questi parlamenti sono perlomeno costituzionalmente “discutibili”, a partire da quella del Presidente Napolitano, eletto nel 2006 e rieletto quest’anno, e perfino alcuni membri della stessa Corte Costituzionale!
Insomma, siamo al paradosso che una Corte eletta parzialmente da organi “illegittimi” dichiara la propria stessa illegittimità! Così la politica italiana di questi anni è riuscita a portare la sua prassi agli estremi della logica. Dobbiamo andare ai paradossi di Zenone o di Russell per trovare dei possibili confronti. (Mi piacerebbe farlo, ma magari in un momento più tranquillo.)
Ma in attesa delle motivazioni, tecnicamente decisive, cosa si può fare? Ieri il Capo dello Stato, richiamando le parole di Gustavo Zagrebelsky, ha dichiarato che il Parlamento è legittimo. Per comodità qui sotto riporto solo una parte iniziale dell’intervista all’ex presidente della Consulta pubblicata oggi su la Repubblica:
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Torniamo ai travolgimenti, la sentenza travolge o no 7 anni di storia costituzionale?
“No. Per il principio di continuità dello Stato: lo Stato è un ente necessario. L’imperativo fondamentale è la sua sopravvivenza, che è la condizione per non cadere nell’anomia e nel caos, nella guerra di tutti contro tutti. Perfino nei cambi di regime c’è continuità, ad esempio dal fascismo alla Repubblica, o dallo zarismo al comunismo. Il fatto stesso di essere costretti a ricordare questo estremo principio significa che siamo ormai sull’orlo del baratro”.
Capito? Una delle menti più lucide del panorama intellettuale e morale italiano (senza ironia alcuna), dice che le cose devono andar avanti così “per il principio di continuità dello Stato”, perché lo Stato è “un ente necessario”. Non cercate questo nella Costituzione Italiana, non c’è scritto. E’ solo la realtà delle cose che vince, come sempre.
Ma il colmo dei paradossi sarà assistere al nuovo tentativo di questo Parlamento incostituzionale di cambiare la Costituzione.