La scomparsa di Giulio Andreotti è stata variamente commentata dai media italiani, a me pare con tanta superficialità, con scarsa visione storica. Segnalo due eccezioni.
La prima è un’intervista su la Nuova Venezia di oggi (p. 4) allo storico Nicola Tranfaglia. Ne riporto solo un piccolo pezzo.
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Si dice: Andreotti cinico e capace di cavalcare varie stagioni politiche.
«Vero. Durante mezzo secolo di guerra fredda in Italia si poteva fare solo tattica. La strategia era già decisa altrove.»
La seconda è un’intervista su la Repubblica di oggi (p.15) a Umberto Ambrosoli, leader del centrosinistra in regione Lombardia e figlio di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato ucciso nel 1979 dai sicari di Sindona, l’amico di Andreotti. Anche qui solo un pezzetto.
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Siamo un popolo senza memoria?
«Peggio: siamo portati a giustificare tutto, e questo conduce all’immobilismo, all’incapacità di cambiare, anche se a parole siamo bravi a dirlo. Aggiungo: troppi segreti nella storia d’Italia? Quello che sappiamo già è così tanto che, se agissimo di conseguenza, vivremmo in modo molto diverso.»
Per chi non lo frequenta, sulla scomparsa di Andreotti riporto alcune espressioni da Spinoza.
È morto Andreotti. Immagina, puoi.
È morto Giulio Andreotti. Pace all’anima nostra.
È morto Andreotti. Chissà cosa ha avuto in cambio.
È morto Andreotti. Ma la morte nega di averlo baciato.
È morto Giulio Andreotti. La cosa triste è che di questi tempi ci avrebbe fatto comodo.
È morto Andreotti. Sì, certo, anche Berlusconi si era ritirato.
È morto Giulio Andreotti. Già allestita la camera oscura.
Scomparso Andreotti. Ma l’alone resta.
Morto Giulio Andreotti. Ora mancherebbe giusto un attacco alieno.
Andreotti è freddo, immobile e non parla più. Sembra vivo.
Andreotti nacque nel 1919, come il fascismo. Sospetti su un possibile scambio di culle.
Andreotti fu sette volte presidente del Consiglio. Una per vita.
Domani i funerali di Stato. A seguire quelli di Andreotti.
La figura di Andreotti ha attraversato più volte la storia della Repubblica. Noi eravamo le strisce.
Una grande folla si è ritrovata sotto casa di Andreotti. È bastato scavare un po’.
Camera ardente a casa Andreotti. Stanno bruciando i documenti.
Andreotti fu uno degli artefici del boom economico. E anche di altri.
Per lui non farà molta differenza finire in paradiso o all’inferno. È in ottimi rapporti con entrambi i boss.
Niente camera ardente per Andreotti. C’è il rischio che si rialzi.
È risaputo che Andreotti avesse paura del buio. E viceversa.
Niente camera ardente per Andreotti. Avrà un girone tutto suo.