In questi giorni in Consiglio comunale di Portogruaro si parla di sanità, a partire dalla ‘Bozza del Piano strategico socio-sanitario 2011-2013’ anticipato dall’amministrazione regionale. Il tema a Porto è diventato sempre più spinoso. Perché?
Ugo Padovese, che per i portogruaresi non ha certo bisogno di presentazione, ne ha recentissimamente data la sua versione:
Nel Portogruarese, che risente il richiamo della vicinanza di Ospedali bene attrezzati nel Friuli e con attese brevissime, è funzionante un unico ospedale. Nel Sandonatese i nosocomi sono tre: quello di rete di San Donà e poi quello di Jesolo e la Casa di Cura Rizzola. Nell’unico ospedale di Portogruaro nel 2006 i posti letto erano 212 , nei tre ospedali sandonatesi i posti letto erano 422, con tutto il conseguente: più primari, più medici, più strutture tecniche di ricerca, più infermieri.
Le lobby sandonatesi, al di fuori di ogni regola, hanno notevolmente depotenziato l’ospedale di Portogruaro, nosocomio che ora attende la fuga del reparto maternità. Sono anni che il territorio attende altre scelte alternative, ma fino ad ora il gruppo del Piave – per difendere l’ospedale di Jesolo e la Casa di Cura Rizzola – ha bloccato ogni intervento di rinnovamento e potenziamento sanitario nel Nord Est. E visto che Jesolo pretende un ospedale completo per la funzione turistica, tanto varrebbe proporne uno nuovo anche a Bibione che nel 2009 segnava un incremento turistico di quasi un milione di presenze in più rispetto a Jesolo.
Il sindaco Bertoncello ha mille ragioni di essere arrabbiato per queste strane manovre indegne di una Regione civile come il Veneto; e se il sindaco metterà in cantiere delle azioni di rivendicazioni e di protesta, tutta la città del Lemene e gli altri centri del Mandamento saranno al suo fianco.
Ci sembra un’aspettativa sostenibile, anche se preferiremmo che almeno la “sanità” fosse gestita con razionalità ed equità e non decisa soltanto in base a maggioranze politiche e da altri gruppi di potere.
L’analisi della formazione della lobby ha un suo fondamento, poi il giornalista si ferma qui. D’altronde lui non ha il compito di dare soluzioni. Questo compito – e non solo quello di mettere “in cantiere delle azioni di rivendicazioni e di protesta” – è delle forze politiche.