La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

L’acqua che divide

17 luglio 2010
Pubblicato da Adriano Zanon

Alessio Alessandrini, presidente di Acque Basso Livenza e noto esponente politico del Partito Democratico portogruarese, ci ha scritto. Questa mail ed il nostro breve commento verranno pubblicati anche sul prossimo numero de ‘La Città Futura’.

Poichè non sono abituato a farmi dare dello “schizofrenico”, e neanche a leggere che “dico delle cose e ne faccio altre” o, peggio ancora, “che faccio delle cose e ne dico altre”, vorrei, se mi è consentito, brevemente replicare all’articolo pubblicato a pagina 2 di “La città futura” di Giugno.

Io sono, e l’ho ripetuto in tutte le sedi, convintamente contrario alla legge 166 del novembre 2009. Ma una cosa sono i miei convincimenti personali ed una cosa le responsabilità che mi derivano dal  ruolo di presidente di ABL.  E’ mio preciso dovere preservare la società da danni che potrebbero derivarle dal mancato rispetto della legge. Perchè piaccia o non piaccia quella citata è una legge dello Stato e mi pare davvero curioso prendersela con chi è costretto a prepararne l’applicazione e non con chi l’ha proposta e votata. Non è colpa mia se i tempi sono ristretti e se il governo, come sarebbe opportuno che facesse, non ne rinvia l’attuazione a dopo l’esito del referendum abrogativo.

L’azione che ha svolto il mio C.d.A. è stata quella, assolutamente doverosa, di avvertire l’assemblea dei sindaci soci dell’acquedotto del pericolo che si profilava per la loro azienda se entro la fine dell’anno non fossero stati adempiuti gli atti previsti dalla legge. ABL dal primo gennaio 2011 avrebbe perduto la titolarità del servizio e chiunque avrebbe potuto denunciarla come inadempiente chiedendo l’immediata indizione di una gara che avrebbe definitivamente consegnato la nostra acqua in mano privata. A questo punto è l’assemblea dei sindaci e non il C.d.A. a dover decidere il da farsi.

Tutto ciò veniva ribadito in diversi pubblici dibattiti nel territorio già dal mese di febbraio e non credo sia colpa nostra se alcune forze politiche hanno tardato tanto a rendersene conto.

Chi si illude che dei semplici ordini del giorno votati dai consigli comunali possano sventare il pericolo della totale privatizzazione rischia di lavorare per il Re di Prussia, e favorire oggettivamente il realizzarsi di tale sciagurata eventualità. In questo contesto la cessione a un privato del 40% delle quote che consentirebbe di ottenere l’affidamento diretto del servizio ad una società mista che conserva comunque una maggioranza pubblica, certo con tutte le difficoltà che una gestione del genere comporta, resta il male minore.

Se altri hanno proposte migliori, benvengano! Senza però, se è possibile, accusare, come avete fatto, di disonestà intellettuale chi sta solo lavorando  per limitare i danni di una legge dissennata.

Grazie per l’ospitalità.
Alessio Alessandrini

10 luglio 2010

Ringraziamo A.A. per la mail, ma siamo costretti a replicare brevemente. Noi infatti non abbiamo dato dello schizofrenico a nessuno e neanche accusato di disonestà intellettuale, anzi abbiamo proprio escluso sia questa che il dilettantismo dei protagonisti. Però, elencando fatti e citando affermazioni, abbiamo dedotto che ci sono sdoppiamenti, cioè comportamenti schizofrenici, anche se politici.

A.A. si offende ma non entra nelle questioni da noi poste e in corso di svolgimento, anche con lui protagonista, anzi ci prende in giro come forza politica distratta e che “si illude” sul ruolo del Consiglio comunale. E’ chiaro che non ci capiamo. Lui preso dai problemi di quello che chiama “il mio C.d.A.”, noi da una ‘mission impossible’, mantenere l’acqua un servizio.

Così noi ci ritroviamo nella situazione di A.A. stesso quando il 31 marzo scorso commentava sul suo sito la mancata elezione in Consiglio regionale: “i circoli del PD (…) hanno obbedito ad altre logiche e ad altri interessi, che mi sono sforzato di capire ma non ci sono riuscito”.

(Adriano Zanon)

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3 risposte a “L’acqua che divide”

  1. Gino Bartali scrive:

    Per essere più chiari, non si è fatto solamente un ordine del giorno ma si è sancito nello Statuto Comunale che l’acqua è un bene pubblico, aprendo di fatto la strada per l’affido diretto ad Acque del Basso Livenza, dopo consulto con studio legale piemontese. Vedremo dove siamo in grado di arrivare. E l’assessore all’ambiente non era all’oscuro della legge sulla privatizzazione, bensì delle mosse dietro le quinte di Acque del Basso Livenza, ovvero del professor Alessandrini, assieme a parte della maggioranza.
    Buone attente letture, e buone bevute di acqua pubblica ancora per molto (speriamo).

  2. Adriano Zanon scrive:

    Marco, se capisco bene, tu scrivi: il professore (che io chiamerei qui Presidente) non è schizofrenico politico, noi rossoverdi non abbiamo idee concrete sull’acqua, i consigli comunali nulla possono, i referendum costano ma non risolvono niente da sempre, gli assessori che denunciano scarsa collegialità servono ancora meno.

    Che dire? Gramsci diceva “pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà”, è un’altra versione dell’espressione hollywodiana ‘mission impossible’, cioè non accettare la certezza della sconfitta. Però per farlo bisogna essere un po’ più disponibili a leggere veramente i testi, tutti, quelli di chi scrive sulla legge sull’acqua, quelli del professore (Presidente) e anche quelli nostri, Assessore in testa. Forse qualche nostra idea si potrebbe cogliere, forse le nostre accuse sulla furtività e opacità sarebbero colte, forse si capirebbe perché alcuni comuni si siano mossi, forse si apprezzerebbe un assessore chiaro con i suoi cittadini. Forse, con un po’ di buona volontà.

  3. marco scrive:

    Ho letto con molto interesse quanto da voi pubblicato a riguardo della problematica sulla privatizzazione della gestione dell’acqua. Debbo dire che l’articolo iniziale è abbastanza offensivo nei confronti del professor Alessandrini con allusioni di schizzofrenia politica e sdoppiamento di personalità. D’altronde anche da parte vostra mi pare non ci sono idee concrete per uscirne (sensibilizzare l’opinione pubblica, ordini del giorno nei consigli comunali pur sapendo che non hanno nessuno significato pratico contro una legge dello stato). Certo i referendum potrebbero cambiare qualcosa però prima del 2011 non si faranno, e ammesso che si raggiunga poi il 50% dei votanti visto che negli ultimi casi è stata sempre la disfatta di caporetto! (con i costi a carico di tutti i contribuenti naturalmente!) Che poi un assesore all’ambiente debba avere qualcuno che gli riferisca che è uscita la legge 166 del novembre 2009 sulla privatizzazione dell’acqua altrimenti casca dalle nuvole,allora mi domando o meglio ci domandiamo a che cosa serve questa figura in un comune come quello di Portogruaro?
    Ringrazio per la cortese attenzione e allora buona mission impossible a tutti voi.
    marco piccolo
    pramaggiore

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