Il rischio Giulio II

Chi sarà il nuovo Presidente? Non pare ci siano candidati forti, da primo scrutinio (come Cossiga e Ciampi), pare anzi che chiunque venga eletto verrà visto, almeno inizialmente, come una figura debole e transitoria.

Innanzi tutto perché sarà eletto dallo stesso parlamento incostituzionale che due anni fa non seppe rinnovare l’incarico. Poi perché il capo del governo Renzi vorrebbe un personaggio debole, la sua ombra. Ma potrebbe anche sbagliare la soluzione o non avere i mezzi per decidere, cioè i voti. Più che i precedenti storici repubblicani, che videro salire al Colle personaggi penosi come Giuseppe Saragat (1964-1971) dopo 21 scrutini o Giovanni Leone (1971-1978) dopo 23 scrutini, mi viene in mente l’inizio del XVI secolo. Chiedo un po’ di pazienza ai miei due lettori (ho famiglia grossa).

Dunque, il 18 agosto 1503 morì Rodrigo Borgia (1431-1503), papa Alessandro VI dal 1492. Con la sua morte repentina andò in crisi il disegno del figlio Cesare Borgia (1475-1507), già giovane cardinale e condottiero ammirato dal Machiavelli nel suo Principe. Cesare, detto il Valentino, aveva appena assestato il suo controllo sulla Romagna e – con l’aiuto del Papa padre – pensava di farlo anche sulle città toscane, quando si trovò senza il supporto fondamentale. Sono da notare gli anni in cui si svolgono questi eventi: Alessandro VI è papa l’11 agosto 1492, due mesi prima della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo (12 ottobre) e all’inizio della rivoluzionaria scoperta degli oceani e delle battaglie per la spartizione della povera penisola italiana.

Ma torniamo a Roma. Il cardinale Giuliano della Rovere, che con Innocenzo VIII era molto influente, venne messo in disparte dal papa spagnolo. Proprio messo ai margini fisici del sistema di potere. Ma dopo dodici anni di potere assoluto del Borgia e non solo a Roma, visto per esempio la fine che fece Girolamo Savonarola a Firenze, ritorna con un terreno favorevole. L’èlite romana vuole riprendersi il potere. Ma il della Rovere nel concilio non ha ancora la situazione in pugno ed è costretto a ripiegare sul senese Francesco Piccolomini, papa Pio III. Costui però è molto ammalato e muore dopo soli 26 giorni. Sono pochi, ma il della Rovere manovra bene per il successivo concilio, dove ottiene l’appoggio proprio di Cesare Borgia – che controlla il voto dei cardinali spagnoli – e viene eletto all’unanimità, papa Giulio II. Grave errore del Valentino. Questa mossa segna proprio la sua fine. Giulio II sarà un papa protagonista come Alessandro VI, a partire dal rovescio dello spoil system.

Ecco il precedente che mi pare più collegabile. C’è sempre gente assetata di potere a Roma. Gente disposta a tutto. Questo ambiente politico italiano, lasciatoci anche da Giorgio Napolitano, non è per niente sicuro. E anche il nuovo presidente che verrà eletto non è detto che sarà il miglior alleato del suo più grande elettore, come si illuse Cesare Borgia con Giulio II.

Con questo stato d’animo anch’io mi preparo ad assistere alle mosse di queste settimane. Mentre, per inciso, faccio notare che il “rischio Giulio II” vale sempre, anche a livello locale.

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