Franz Kafka (e il suo cane), 90 anni dopo

Quante volte non abbiamo visto questa foto di Franz Kafka (3 luglio 1883 – 3 giugno 1924)? Ma quanti hanno notato o sapevano che nella foto c’è anche un suo cane? Pochi, anche perché il cane è accarezzato ma sfocato e la foto viene perlopiù tagliata.

Eppure la letteratura è piena densa di storie e di rapporti tra gli autori ed i loro cani. Ecco, oggi che ricorrono i novant’anni dalla morte di Franz Kafka, io lo ricordo così, con il suo cane. Ma non senza ricordare anche almeno il suo racconto in cui lui scrive come fosse un cane, “Indagini di un cane“, uno degli ultimi (1922) e quindi fra i più “kafkiani”.

“Probabilmente morirò in silenzio, circondato dal silenzio, quasi pacificato, e a questa attesa vado incontro preparato. Noi cani abbiamo ricevuto quasi per cattiveria un cuore mirabilmente forte e dei polmoni che non si logorano anzitempo, resistiamo a tutte le domande, anche alle nostre, bastioni del silenzio quali siamo.”
(“Indagini di un cane”, tratto da Franz Kafka, Romanzi, trad. di Ervino Pocar, Meridiani Mondadori, Milano 1993)
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